A 11 km da Gioiosa Marea, sulla sommità stretta e allungata di un monte alto 759 metri, Gioiosa Guardia offre panorami* spettacolari sulle isole Eolie e sulla costa tirrenica da Capo Milazzo a Capo d’Orlando; ma anche il fascino ossianico di rovina ambientata, che le conferiscono i resti del vecchio borgo, abbandonato da poco più di duecento anni.
Fra le pietre crollate invase da sterpi (e nei mesi estivi anche da serpi) è possibile ancora leggere l’impianto della vecchia Gioiosa. L’abitato era diviso in quattro quartieri, disposti intorno alle chiese di S. Giovanni Battista, S. Nicolò, S. Maria delle Grazie e S. Maria della Catena.
Nel punto più alto, che prospetta sul mare, sono visibili i ruderi del campanile e della chiesa di S. Giovanni Battista. A fianco di essa quel che resta del palazzo di Vinciguerra Aragona. Dalla piazza che è davanti alla chiesa (attenzione ai buchi delle cisterne) si diparte la via principale, larga circa 4,5 metri, che quasi rettilinea percorre in senso nord-sud lo stretto crinale, intersecata da stradine più anguste che risalgono dagli opposti versanti.
Al di fuori delle mura, sul fianco orientale della rocca che guarda Tindari e Milazzo, in un piano denominato Prato, ci sono i ruderi della chiesa di S. Francesco, elevata intorno al 1725 e annessa al convento (non più esistente) dei minori Osservanti.
Accanto ad essi uno scavo archeologico ha portato alla luce una porzione di abitato di un insediamento protogreco, abbandonato nel IV secolo a.C., che doveva avere la sua acropoli sulla rocca stessa di Gioiosa Guardia. Il sito nel suo complesso merita senz’altro una visita, ma nei mesi più caldi è bene premunirsi per la presenza di vipere.
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