Si trovano in fondo al lungomare di S. Gregorio, proprio nel punto in cui esso si immette sulla vecchia Statale. Si possono visitare tutti i giorni dalle 9 alle 18,30 (tel. 0941 955401). Rinvenute fortuitamente nel 1986, sono state oggetto di quattro campagne di scavo, che hanno portato alla luce un impianto composto da sei ambienti, allineati in unica sequenza per una lunghezza di circa 32 metri.
L’impianto fu costruito intorno alla metà del III secolo d.C. in un’area già precedentemente insediata. Dopo una fase di abbandono fra il V e il VI secolo, fu ristrutturato in epoca bizantina (VII secolo), per essere riutilizzato nell’ambito di un insediamento rurale. Del nucleo originario rimangono quattro ambienti: il praefurnium, il calidarium (composto da due vani) e il tepidarium; mentre il frigidarium è andato distrutto nella ristrutturazione di epoca bizantina. Gli ambienti che compongono il calidarium e il tepidarium presentano il tradizionale sistema di riscaldamento ad ipocausti, con il piano pavimentale impostato su suspensurae fittili, sotto il quale, in un’ampia intercapedine, si trasmetteva l’aria calda propagata dall’adiacen-te praefurnium e diffusa poi nei due vani del calidarium attraverso tubuli fittili che rivestivano le pareti al di sotto dello strato di intonaco. Sulla parete ovest del calidarium, addossato al praefurnium si trova una vasca rettangolare per i bagni caldi, rivestita in cocciopesto. Il pavimento presenta decorazioni a mosaico in sobria tricromia, purtroppo assai deteriorati. Il tepidarium, che occupava un solo vano, era impiantato anch’esso su suspensurae, ma era sprovvisto dei tubuli per il riscaldamento delle pareti. Il pavimento presenta decorazioni a mosaico con esagoni allungati e grandi cerchi formati da pelte.
Questo impianto termale apparteneva, con molta probabilità, ad una villa che si estendeva verso nord-est in direzione del mare, al di sotto della ex Statale 113 e dei fabbricati di recente costruzione che si trovano al di là della strada.
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