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Santo Stefano di Camastra

Via Palazzo 1, 98077 Santo Stefano di Camastra, Provincia di Messina
0921331110

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Centro costiero in amena posizione su una terrazza che si affaccia sul Tirreno, famoso per il fiorente artigianato della ceramica. Il centro storico, seppur sprovvisto di una vera e propria stratificazione storica o di monumenti di rilievo, presenta motivi di interesse per unitarietà del disegno urbanistico.

Il centro urbano. La strada principale è la Statale 113, che attraversa il paese e tange il centro storico, prendendo il nome di via Vittoria. Oltre ad ospitare buona parte dei servizi di cui dispone il paese, è resa vivace e variopinta dalla presenza di numerose botteghe che espongono la produzione ceramica locale. Importante è pure la via Umberto I, che dalla Statale conduce alla Villa Comunale ornata di maioliche e alla piazza Belvedere, che è un balcone affacciato sul mare e sull’arco costiero che si distende fra Capo d’Orlando e Capo Cefalù.

Il centro storico. Il centro storico di S. Stefano fu costruito a partire dal 1683 secondo un piano urbanistico rigorosamente geometrico, redatto dal Duca di Camastra sul modello dei castra militari romani. E’ incentrato sulla piazza Duomo, dove prospetta la Chiesa Madre.

Le spiagge. La spiaggia più facilmente accessibile è quella della Marina, proprio al di sotto dell’abitato. Prossima a S. Stefano, ancorché nel comune di Reitano, è la spiaggia di Villa Margi. Situata a ovest del paese, subito dopo il letto della fiumara, è dominata dalla discussa presenza della cosiddetta “finestra sul mare”, opera in cemento realizzata nel 1990 da Tano Festa, su committenza di A. Presti, che reca il titolo di Monumento per un poeta morto. La chiude a ovest la più discreta presenza della torre mozza di Torremuzza, elevata nel XVI secolo a guardia della costa dalle incursioni dei pirati saraceni.

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Località

Storia

L’attuale S. Stefano di Camastra è l’erede diretta di S. Stefano Vecchio, le cui origini sono quelle di un casale formatosi nella chora dell’antica Amestrato probabilmente in età bizantina. Secondo la testimonianza di Edrisi in epoca araba (e normanna) si chiamò Kalat al Qawarib ed era “una rocca di antica fondazione, cinta in cerchio da un borgo assai popoloso”. “Le sue terre da seminare - scrive il geografo arabo - sono fertili, abbondanti i prodotti, copiose le acque. Ha anche, ad un miglio e mezzo circa dalla fortezza, un porto frequentato, nel quale le navi possono ancorare e prendervi carichi”.

Le fonti successive lo menzionano tutte come casale appartenente alla terra di Mistretta. Nel 1639 fu acquistato da  Antonio Napoli, barone di Pettineo, insignito in quella occasione del titolo di principe. Nel 1682 franò “per dirotta pioggia” (Amico). Il nuovo centro fu costruito, per volontà e su progetto del Duca di Camastra, (lo stesso che diresse la ricostruzione di Noto dopo il terremoto del 1692) "su un poggio amenissimo e imminente alla spiaggia, fra Caronia e Tusa" (Amico), secondo l'impianto urbanistico - ancor oggi leggibile - dei castra militari romani.

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